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1.
Riassunto

Le nuove carriere (senza confini e mutevoli) e le numerose transizioni di ruolo che ne conseguono sollevano domande sulla stabilità nel tempo dei lavoratori e la loro identità. Il concetto di àncora di carriera di Schein sembra utile in questo contesto, ma necessita ancora di ricerca empirica. Per studiare il loro ruolo è stato spedito un questionario strutturato a 173 lavoratori in transizione in un'azienda italiana di servizi, 1 e 3 mesi dopo la transizione. Al t1 sono state misurate àncore di carriera, self-efficacy e conseguenze della transizione (innovazione di ruolo, cambiamento personale, capacità di prestazione, benessere affettivo e soddisfazione per la carriera). Le conseguenze sono state misurate anche al t2. 70 persone hanno risposto sia al t1 che al t2, 32 neoassunti e 38 lavoratori in mobilità interna. I risultati mostrano che le conseguenze della transizione per le due sotto popolazioni sono determinate da àncore di carriera diverse. Più significativo è il risultato che i lavoratori in mobilità interna con almeno un'àncora di carriera percepiscono meno cambiamento personale al t2 rispetto ai lavoratori senza àncore, come predetto dalla teoria di Schein. Le differenze nelle conseguenze della transizione per neoassunti e lavoratori in mobilità possono essere spiegate sia dalla teoria della socializzazione che da quella delle àncore di carriera.  相似文献   

2.
Riassunto

Scopo del presente contributo è quello di evidenziare alcune connessioni concettuali fra il mondo normativo ed il moderno approccio della complessità.

A partire dal 1972, psicologi, etologi, antropologi culturali hanno sottolineato l'importanza dei codici sociali—oggettivati in diritti e doveri—in quanto parte integrante della interazione sociale. In particolare Calegari e Massimini (1979) hanno sostenuto che Le Costituzioni possono essere analizzate quali organizzazioni gerarchiche di sistemi complessi. Gli autori hanno indicato—nell'ambito di sistemi normativi—delle gerarchie di comprensione e di connessione riferite a centri di controllo di comportamenti registrati nelle Leggi fondamentali. Essi hanno sviluppato un metodo di analisi basato sulla identificazione di unità molari e di loro relazioni ed hanno messo a punto una serie di indici utili a misurare le dimensoni di complessità di tali sistemi.

Sulla base di un sucessivo approfondimento, l'autore ha centrato la sua attenzione sulle decisioni adattive incluse nelle Costituzioni. La conseguente analisi cognitiva mostra che le strategie normative si configurano in livelli (metapiani, piani globali, sottopiani, istruzioni comportamentali) in accordo con la ipotesi sistémica generale formulata da Bruner, Goodnow ed Austin (1966). La organizzazione gerarchica di questo tipo di strategia è caratterizzata dalla valenza e dalla covalenza di piani globali e di sottopiani, dal grado di similarità dei metapiani e dei piani globali, dal grado di ridondanza emergente ai differenti livelli gerarchici.

Le decisioni adattive sono presenti in numero limitato e ciò conferma le stipulazioni formulate dagli antropologi culturali. L'autore sottolinea che la presenza di ridondanza negli elementi di un sistema complesso rende possibile la sua descrizione in modo più coerente e completo.  相似文献   

3.
I examine patterns of lexical variation in the homeland varieties of Faetar and Cellese, endangered Francoprovençal dialects spoken in two villages in southern Italy, and in Toronto, one of their largest émigré communities. While lexical change due to borrowing has been in progress for some time in Faetar and Cellese, cross‐generational and diatopic comparisons within a sample of 80 speakers surprisingly indicate that the lexicon is currently quite stable. The lack of systematic patterns of differentiation across age, sex, social class, and regional groups indicates that diachronic lexical variation may not be reflected synchronically in the same ways as the structural variables that form the majority of quantitative sociolinguistic investigation. This suggests the need for further comparisons across types of variables, while maintaining consistent methods of data collection, analysis, and interpretation. Esamino gli schemi di variazione del lessico nella varietà di faetar e cellese, dialetti francoprovenzali in via di estinzione parlati in due paesi dell’Italia meridionale e a Toronto, dove risiede una delle più grande comunità emigrate. Se da un lato, vi sono stati per un po’ di tempo mutamenti lessicali dovuti ai prestiti, dall’altro, i confronti inter‐generazionali e diatopici in un campione di 80 locutori suggeriscono che il lessico del faetano è attualmente abbastanza stabile. La mancanza di modelli sistematici di differenziazione attraverso l’età, il sesso, la classe sociale ed i gruppi regionali indicano che la variazione del lessico diacronica non possa essere riflessa in sincronismo negli stessi sensi delle variabili strutturali che formano la maggior parte di ricerca sociolinguistica quantitativa. Suggerisco l’esigenza di ulteriori confronti attraverso i tipi di variabili, coi metodi costanti di raccolta di dati, di analisi e di interpretazione. [Italian] J’ésamene lò sestème de variaziun de le parole pe faetar e cegliaye, dialèt francpruvenzale che i stunt pe muriye e ché se parlunt ancore a dò paiye de l’Italye méridionale e a Toronte, addou a y at une de le cumunetta mé rose a l’èstre. Si de na pare, de le parole faetare e cegliayse i stunt cangian da bunariel de tén pe toche i venunt cangia tò parole d’ate lén e dialèt de n’ata banne, lu cunfrunt diatopeche e de defferént generaziun ghyòcche un grup de 80 crestian ché i parlunt faetar o cegliaye i proue ché le parole de lu faetar e de lu cegliaye òre nun tan i cangiunt. La mancanze de modèl prècise pe fa destenziun a second de la yettà, de si se tratte de muén o fén, de la classa sociale e de lò grup de crestian de Faite e de Toronte, i demostre ché lu cangemmén diacroneche de le parole i puot pa étre refletti sincronecammén a la stéssa maniére de le variable strutturale ché i furmunt la para mé rose de la recérca sociolinguisteche quantetative. Su ò vint a dire chéò abbesugne fare mé de cunfrunt tra lò tipe de variable, tò lò stésse sestème pe recchitre lò date, pe fare le analese e l’enterpretaziun. [Cellese. A recording of this Cellese abstract is available at http://projects.chass.utoronto.ca/ngn/sounds/abstract_Arcangelo.wav ] 1  相似文献   

4.
This article analyses intercultural education outcomes produced in the setting of teaching Italian as a second language (ISL) in an Italian school. Intercultural education is produced in interactions which are based on specific cultural presuppositions, i.e. expectations regarding learning, role hierarchy and evaluation of student performances. Sixteen hours of interactions associated with ISL teaching in a multicultural classroom were audiotaped, transcribed and analysed. The analysis highlights three ways in which cultural diversity becomes meaningful. First, cultural diversity is constructed as one task of learning. Second, cultural diversity is constructed as conflictive interaction. Third, cultural diversity is constructed as a point of departure for positive school performance. These three ways of giving meaning to cultural diversity reveal a prevailing ethnocentric form of ISL teaching, as a consequence of educational presuppositions which do not take the difficulties of intercultural communication seriously. Recently, ‘dialogue’ has been invoked to address ethnocentrism; however, the conditions of effective intercultural dialogue are uncertain.

Questo articolo analizza l’educazione interculturale prodotta nell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua (ISL) in una scuola italiana. L’educazione interculturale è realizzata in interazioni che sono basate su specifici presupposti culturali, che sono aspettative di apprendimento, di gerarchie di ruolo e di prestazioni degli studenti. L’educazione interculturale si occupa del problema della diversità culturale, basata su presupposti culturali diversi che emergono nella comunicazione. Sono state audioregistrate, trascritte e analizzate 16 ore di interazione durante l’insegnamento di ISL in una classe multiculturale: l’analisi ha evidenziato tre modi in cui la diversità culturale è resa significativa. La diversità culturale è costruita anzitutto come compito di apprendimento, in secondo luogo come interazione conflittuale, infine come punto di partenza per conseguire una prestazione scolastica positiva. Questi tre modi di costruire la diversità culturale rivelano una forma prevalente di tipo etnocentrico per l’insegnamento ISL, che è una conseguenza di presupposti educativi che non permettono di prendere seriamente le difficoltà della comunicazione interculturale. Recentemente, si è proposto di usare il ‘dialogo’ per superare l’etnocentrismo; tuttavia c’è incertezza sulle condizioni di un dialogo interculturale efficace.  相似文献   


5.
Resumen

El objetivo de este trabajo ha sido comprobar la sonrisa social de los lactantes normales con la de los afectados por el síndrome de Down (mongolismo), atendiendo principalmente a los movimientos expresivos de las cejas que la precedieron. Por medio de una técnica de base anatómica, se analizaron las respuestas faciales de alegría de ocho niños normales y otros ocho con síndrome de Down, con edades comprendidas entre los tres y cinco meses, que aparecieron durante la interacción cara a cara con sus madres. Con independencia de su retraso cognitivo, los niños con síndrome de Down mostraron básicamente los mismos movimientos expresivos que los normales antes y durante la sonrisa. No obstante, se encontraron algunas diferencias en la frecuencia y duración media de las sonrisas, así como en la frecuencia de los movimientos expresivos de las cejas previos a la misma. Estos resultados se discuten en términos de las alteraciones psicofisiológicas que sufren los niños con síndrome de Down, derivadas de un estado de desequilibrio cromosómico.  相似文献   

6.
Resumen

Se investigaron, mediante un modelo de ecuaciones estructurales, los efectos de la identidad social, la edad y los ingresos sobre el locus de control interno en habitantes del sur de Nuevo León, México. Como los ingresos no tuvieron ningún efecto estadísticamente significativo (β =.089, p>.05), se re-especificó el modelo, dejando sólo la identidad social y la edad. Estas sí tuvieron efectos estadísticamente significativos (β=.79, p <.05 y (β= -.19, p <.05, respectivamente), alcanzando a explicar un 60,00% de la varianza del locus de control interno gracias al modelo bifactorial. Se interpretaron los resultados en términos de la carencia de poder, para entender la relación negativa de la edad sobre el locus de control interno, y se acudió a las características de permeabilidad e impermeabilidad de la teoría de la identidad social para interpretar el efecto positivo de la identidad social de un grupo de bajo estatus sobre el locus de control interno, variable entendida en muchas ocasiones como característica de personalidad. De los índices de bondad de ajuste, el modelo sólo cumplió con el criterio de la RMSEA (p <.05), el cual es uno de los indicadores específicos más efectivos.  相似文献   

7.
Resumen

Se han propuesto diferentes medidas para estudiar hasta qué punto los seres humanos se conciben a sí mismos conectados a la naturaleza, concepto conocido como Conectividad con la Naturaleza. Una de estas medidas es el IAT-Nature, un test de asociaciones implícitas entre estímulos que ha recibido muchos comentarios en la literatura acerca de sus condiciones metodológicas y su relación con otras medidas explícitas afines. En este estudio se han puesto a prueba estas condiciones. Para ello 71 estudiantes universitarios completaron el test, encontrándose efectos parciales de la rotación de las tareas de clasificación. Además se han encontrado correlaciones positivas entre el IA T-Nature y la Escala de Conectividad con la Naturaleza (CNS), la escala de Inclusión de la Naturaleza en el Self (INS), la Identidad Ambiental (EID) y las creencias ambientales (Egiobiocéntricas y Biosféricas). A pesar de obtener correlaciones positivas con el comportamiento proambiental, los análisis de regresión indican que no es un buen predictor del mismo. Se discute la utilidad de este tipo de medidas en el estudio de la conectividad con la naturaleza.  相似文献   

8.
Resumen

A partir de una comparación entre dos muestras de vascos, una evaluada antes de los atentados del 11-M en Madrid y otra después, se observó que la violencia colectiva refuerza los valores de seguridad y poder, y la identidad social endogrupal; aunque disminuye la identificación con españoles y aumenta la identificación con árabes/musulmanes. Se discute el efecto de la saliencia de la identidad social a través de la identificación con exogrupos amenazados por otro exogrupo. En España, se constató que la percepción de amenaza se asocia a un prejuicio y discriminación hacia árabes/musulmanes. El valor colectivista de seguridad se relacionó a niveles personales y colectivos, mientras que el valor jerárquico de poder sólo se asoció a nivel personal. En conclusión, existe evidencia parcial de que la violencia colectiva del 11-M reforzó los valores colectivistas jerárquicos, aunque no el prejuicio y la discriminación hacia los árabes; sin embargo, estos valores junto a la percepción de amenaza sí actuaron como reforzadores del prejuicio y discriminación hacia árabes y musulmanes.  相似文献   

9.
Resumen

El objetivo de la presente investigación es conocer la percepción que una muestra de niños-as almerienses tiene de los inmigrantes africanos—un exogrupo especialmente significativo en la provincial—, en comparación con la que tienen del endogrupoy de otro exogrupo relevante en la zona (turistas europeos). La muestra estaba formada por 495 estudiantes (49.6% niñas y 50.4% niños) cuyas edades oscilaban entre 9–14 años (media=11.57; dt=1.02). Respondieron a varias preguntas abiertas sobre ambos exogrupos y a tres escalas tipo diferencial semántico sobre los tres grupos objeto de estudio. Los resultados muestran un claro favoritismo endogrupal, apoyando las predicciones de la teoría de la Identidad Social, pero también confirman la idea de que los niños-as, desde edades muy tempranas, son capaces de distinguir entre exogrupos con características diferenciales y sus percepciones dependen, igual que las de los adultos, de las distintas posiciones sociales que ocupan dichos grupos. Así, aunque la percepción que se tiene de los inmigrantes no es negativa en términos absolutos, sí lo es cuando se la compara con la de los turistas, un grupo probablemente con un estatus más alto. Los análisis de regresión muestran que cuando se percibe a los inmigrantes más parecidos al propio grupo, más trabajadores y con más dinero, más positiva es la evaluación que se hace de ellos. Se discuten las principales implicaciones de estos resultados y se tratan de relacionar con el diseño de intervencionespara mejorar las relaciones intergrupales.  相似文献   

10.
Resumen

Tradicionalmente se ha conceptualizado el sexismo como una hostilidad genérica hacia las mujeres. Sin embargo, éste puede manifestarse conjuntamente con actitudes benevolentes y con el reconocimiento de características “positivas” del estereotipo femenino. La respuesta a esta contradicción está en la naturaleza de estas características: no se puede infrahumanizar a las mujeres negándoles la capacidad de experimentar sentimientos, pero sí se las puede infravalorar atribuyéndoles sentimientos o características “devaluadas”. El sexismo se caracteriza también por la falta de homogeneidad en la percepción del grupo “mujeres”. Podemos hablar de subtipos específicos: tradicional (ama de casa), independiente (profesional) y sexy. Con el fin de analizar las diferencias existentes en la atribución de características a estos tres modelos de mujer, así como las diferencias en la valoración de las mismas, se elaboró un cuestionario con tres versiones. Los participantes (hombres y mujeres) debían calificar el tipo de mujer correspondiente en un listado de 24 rasgos asociados a tres dimensiones: competencia-sociabilidad, sentimiento-emoción, natural-cultural. Los resultados indican que el tipo de rasgos asignados, así como la valoración de los mismos, varía en función del tipo de mujer y del sexo del participante.  相似文献   

11.
Italy has become a destination for immigration, and this has had an impact on the linguistic and cultural diversity of school populations. In response to this changing profile, Italy has developed a series of language‐in‐education policies for meeting the needs of immigrant children. This paper traces the development of these policies and examines the ways in which the linguistic and cultural education of immigrants has been conceptualized. It traces a movement from policies relating to language and integration to intercultural education with a focus on developing the intercultural abilities of the entire population. At the same time, Italy’s language‐in‐education policies, while responding to the changed social profile resulting from immigration, have marginalized some aspects of immigrant children’s educational needs.

L’Italia è diventata una destinazione per l’immigrazione e questo ha avuto un impatto sulla diversità linguistico‐culturale della popolazione scolastica. In risposta a questo cambiamento, l’Italia ha sviluppato una serie di politiche linguistico‐educative per soddisfare le necessità dei bambini immigrati. Quest’articolo traccia lo sviluppo di queste politiche ed esamina il modo in cui l’inserimento linguistico‐culturale dei bambini immigrati è stato concettualizzato nell’ambito scolastico. Inoltre, traccia la loro evoluzione partendo da politiche riguardanti gli aspetti linguistici e l’integrazione scolastica all’educazione interculturale, focalizzata nello sviluppo delle abilità interculturali della popolazione intera. Le politiche linguistiche italiane in materia di istruzione hanno cercato in questo modo di rispondere al nuovo profilo sociale risultato dall’immigrazione, ma hanno, allo stesso tempo, emarginato degli aspetti riguardanti i bisogni educativi dei bambini immigrati.  相似文献   


12.
13.
This article aims to distinguish periods and stages in the fight against infant mortality (i.m.). How and when have adults' social practices toward the death of children changed? The authors investigate how the social regulation of these practices was implemented, singling out two periods in the study of this phenomenon. The first is characterized by the fight against exogenous causes of i.m. while the second is distinguished by the struggle against indigenous causes. How does this transition operate from a sociological standpoint? Within these two periods, two stages in the decline of i.m. are distinguished. The first concerns the improvement of populations' sanitary conditions; the second relates to the regulation of social practices by public awareness campaigns. L'objectif du texte consiste à distinguer des périodes et des étapes dans la lutte engagée pour contrer la m.i. La question de fond devient: comment et quand ont changé les pratiques sociales des adultes à l'égard de la mort des enfants? Il s'agit de savoir comment s'est effectuée la régulation sociale de ces pratiques. On distinguera deux phases dans le phénomène. La première est caractérisée par la lutte aux causes exogènes de la m.i. alors que la deuxième Test par un combat contre les causes endogènes. Que se joue-t-il dans ce passage d'un point de vue sociologique?À l'intérieur de ces deux périodes, on différenciera deux étapes dans le recul de la m.i. La première concerne l'améliora-tion des conditions sociosanitaires des populations, et la seconde a trait à la régulation des pratiques sociales par des campagnes d'éducation populaire.  相似文献   

14.
Resumen

La introducción de grupos de trabajo en las organizacionespretende contribuir a los nuevos retos empresariales, incrementando la participación y la autonomía de los trabajadores. Uno de los aspectos que se revela central a la hora de efectuar el cambio es el tipo de tareas que los trabajadores realizan en la nueva estructura en grupos (Goodman, 1986; Guzzo y Shea, 1992; Tannenbaum, Salas y Cannon-Bowers, 1996). Este trabajo tiene dos objetivos. El primero, analizar los cambios que se han producido en las tareas de los operarios (Mano de Obra Directa) de cuatro empresas españolas dedicadas a la automoción, que han implantado grupos de trabajo. El segundo objetivo es estudiar la influencia de las tareas realizadas en grupo sobre la satisfacción laboral y el interés de los empleados con el nuevo sistema de trabajo. Según los resultados obtenidos, la introducción de grupos de trabajo ha supuesto un aumento significativo de prácticamente todas las tareas que realizan los operarios. Respecto a la influencia de las tareas sobre la satisfacción encontramos que sólo algunas tareas contribuyen a explicar la satisfacción y el interés, en concreto, las tareas con herramientas, las tareas de mejora y las tareas de precisión y orden, tareas todas con un fuerte componente cognitivo.  相似文献   

15.
This article examines how university corporate security (UCS) services engage in legitimation work in their attempts to make their university communities (i.e., faculty, staff, students) and political masters (i.e., university administrators, boards of governors, senators) believe that they are honest, trustworthy, and caring and have authority that should be deferred to. This is accomplished through the analysis of interview and observational data collected as part of a research project exploring UCS services at five Canadian universities and an examination of how UCS services at 14 Canadian universities communicate using the social media service Twitter. These UCS services were found to primarily use Twitter for the purposes of soliciting or requesting information and for networking. In communicating through Twitter, UCS services engage in public legitimation work in which they make claims about and attempt to demonstrate their expertise, authority, and accountability. This article argues that both UCS services’ particular legitimacy problem (i.e., their possession of both private and public attributes) and the interactive nature of public legitimation work create tensions that may serve to disrupt UCS services’ ability to attain legitimacy. Cet article examine la manière dont les services de sécurité d'entreprise à l'université (SEU) s'engagent à légitimer leurs tentatives de persuader leurs communautés universitaires (c'est‐à‐dire le corps professoral, le personnel et les étudiants) ainsi que la haute administration (c'est‐à‐dire les administrateurs de l'université, le conseil des gouverneurs et les sénateurs) qu'ils sont honnêtes, attentifs, dignes de confiance, et qu'ils possèdent un niveau d'autorité auquel quiconque devrait se référer. Ceci sera accompli en analysant un corpus d'entrevues et d'observations dans le cadre d'un projet de recherche examinant les services de type SEU dans cinq universités canadiennes, ainsi qu'une étude sur la manière dont les services de SEU dans quatorze universités canadiennes gèrent leurs communications sur le réseau de médias sociaux Twitter. Il a été établi que ces services de SEU utilisent principalement Twitter pour la sollicitation ou la demande d'informations, et pour le réseautage. En communiquant par Twitter, les services de SEU s'engagent dans un processus de légitimation par lequel ils revendiquent et tentent de démontrer leur expertise, autorité, transparence et responsabilité. Cet article propose l'argument suivant: la question de la légitimité particulière des services de SEU (c'est‐à‐dire leur possession d'attributs à la fois privés et publics) combinée avec la nature interactive du processus de légitimation publique crée des tensions qui peuvent en fin de compte perturber la capacité des services de SEU à atteindre réellement cette légitimité.  相似文献   

16.
Resumen

Este estudio analiza el síndrome de estar quemado (burnout) en el ámbito policial y su relación con variables de carácter socio-demográfico y el estilo de afrontamiento. Con una muestra de 232 policías locales, el perfil medio obtenido refleja un nivel alto de cansancio emocional, una despersonalización media-alta y una realización personal media. Respecto al estilo de afrontamiento activo, éste presenta una correlación negativa estadísticamente significativa con la despersonalización. No obstante, no se encuentran diferencias en función de las variables sexo y existencia de una relación de pareja (considerada fuente de apoyo social). En cambio, aparecen diferencias significativas respecto a la antigüedad en la organización: los policías que llevan en la profesión entre 6 y 15 años muestran niveles más elevados del síndrome. Se discuten asimismo diversas propuestas de intervención.  相似文献   

17.
Resumen

La calidad del testimonio de un testigo depende tanto de su exactitud como de su credibilidad. Sin embargo, hasta la fecha la mayor parte de las investigaciones sólo se habían ocupado de la exactitud de testigos y testimonios.

Partiendo del concepto de metamemoria se analizan las creencias sobre la memoria de los testigos, presentando dos estudios interrelacionados.

En el primero, en el que participan 333 sujetos, se ponen a prueba dos hipótesis: que las personas con experiencia en testimonio por su profesión (p. e. policías) poseen más ideas intuitivas acertadas sobre memoria de testigos que las personas sin esa experiencia; la segunda, que las personas con concimientos sobre memoria (p. e. estudiantes de psicología) poseer más ideas intuitivas ciertas sobre memoria de testigos que las personas sin esos conocimientos.

Los resultados del primer estudio apoyan solo la segunda hipótesis.

El segundo estudio, con 42 policías, valora la eficacia de un procedimiento para entrenar a policías como expertos en testimonio, con resultados positivos.  相似文献   

18.
Resumen

La teoría de la categorización del yo reconoce explícitamente la posibilidad de que distintas identidades tengan relaciones “anidadas” entre sí, de manera que no hay ni incompatibilidad ni conflicto entre ellas, pues se ubicarían a diferentes niveles de abstracción para los sujetos. Nuestro objetivo fue poner a prueba esta afirmación a través del estudio de un caso idiosincrásico: la identificación con las regiones chilenas, creadas hace 30 años por el gobierno central, y con pocas raíces socio-históricas. Se encuestó a 504 estudiantes universitarios en dos regiones distintas (seleccionados aleatoriamente), y los resultados indican que estas regiones se han constituido en referentes para el autoconcepto de las personas. Los participantes mostraron altos niveles de identidad regional, la cual aparece como complementaria y compatible con altos niveles de identificación con el país y se encuentra asociada a valores de benevolencia y universalismo (medidos con la escala de valores de Schwartz), así como a actitudes positivas hacia otros grupos regionales. Todo ello indica que estas emergentes identidades regionales serían compatibles con la tradicional identidad chilena al anidarse con ella.  相似文献   

19.
Resumen

El objetivo central de este estudio empírico es analizar la correspondencia entre la percepción que tienen los/as estudiantes sobre las carreras de Psicología e Ingeniería Industrial, por un lado, y los perfiles laborales demandados para estas dos profesiones, por otro. El criterio de partida es que existe un desajuste, de manera que las percepciones estudiantiles asocian la profesión de Psicología con rasgos estereotipados femeninos, mientras que la Ingeniería se sigue vinculando con rasgos estereotipados masculinos. Sin embargo, los perfiles requeridos para estas dos profesiones se caracterizan, en el momento actual, por compartir múltiples habilidades, destrezas y competencias, y por estar poco sesgados según criterios estereotipados de género. Han participado un total de 759 estudiantes valencianos de ESO y Bachiller, así como de Psicología e Ingeniería Industrial. Por su parte, la muestra de profesionales suma un total de 648 personas que ejercen su actividad como psicólogos/as o ingenieros/as industriales. Los resultados corroboran el desequilibrio entre la percepción estudiantil y la realidad laboral actual. Se discuten finalmente posibles propuestas educativas para modificar las percepciones y expectativas profesionales antes de la elección de carrera.  相似文献   

20.
Resumen

Se plantean algunas reflexiones respecto al tema de la identidad en el marco de situaciones de conflicto a partir de varios ejemplos paradigmáticos (jóvenes desaparecidos y reencontrados en situaciones de guerra, procesos de enculturación forzada en sociedades originarias, o procesos de transformación persistente de la identidad tras situaciones extremas de violencia). Se plantean las identidades desde un modelo de construcción social de la realidad, como estructuras identificatorias dinámicas y múltiples. Desde ésta óptica se analiza la existencia de identidades en conflicto frente a identidades del conflicto, y la frecuente existencia de falsos dilemas por la consideración, con frecuencia impuesta por la dinámica del conflicto, de estas múltiples identidades como enfrentadas e incompatibles. Las personas y las comunidades (con o sin conflicto) ofrecen una realidad mucho más polisémica. Las identidades en general, y las identidades étnicas en particular, no se constituyen así como causantes de conflicto, sino como las primeras víctimas del mismo.  相似文献   

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